Roberto Treu e Peter Majcen, dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Sindacale Interregionale Friuli Venezia Giulia/Slovenia, hanno inviato una richiesta di intervento urgente al Ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti per garantire il mantenimento del segnale di trasmissione radio di Trieste A in onde medie. Questo il testo della lettera:

Egregio signor Ministro,
con la presente Le esprimiamo la pressante  richiesta di intervenire nei confronti della Rai affinché receda dalla volontà di sospendere il segnale di trasmissione radio di Trieste A in onde medie, in quanto ciò provocherebbe un grave danno nei confronti di molti cittadini appartenenti alla minoranza italiana in Slovenia e in Croazia, ai quali verrebbe di fatto preclusa la ricezione dei programmi radiofonici in italiano.
Al di là di ogni altra considerazione sulla correttezza normativa di una simile decisione, riteniamo di sottolineare l’importanza di garantire, come fatto fino ad ora, non solo un diritto, ma anche una azione di tutela dell’identità della nostra minoranza all’estero.
Richiamiamo la Sua attenzione anche all’impegno del Presidente della Repubblica Italiana e di quello della Repubblica di Slovenia, a favore della tutela della nostra minoranza, di sviluppo della cooperazione transfrontaliera, in un quadro, oltretutto, di importanti appuntamenti, quale, ad esempio, la assegnazione a Gorizia e a Nova Gorica di capitali europee della cultura 2025.
Certi della Sua comprensione della delicatezza e importanza del problema, auspichiamo che  questa decisione venga urgentemente revocata.

L’appello per il cessate il fuoco e per «un vero negoziato che garantisca una pace duratura in tutta l’Europa», lo stesso che lanceranno Cgil, Cisl e Uil dalle piazze del Primo Maggio, ma anche a rafforzare la cooperazione tra Italia e Slovenia. Sia per dare impulso allo sviluppo dell’intera area, al di qua e al di là del confine, sia per costruire nuovi accordi bilaterali in materia fiscale che consentano di riconoscere la specificità del lavoro frontaliero e di rafforzarne le tutele. Questo quanto chiedono i vertici del Csir Friuli Venezia Giulia-Slovenia, anche a nome di Cgil, Cisl e Uil e dei sindacati della vicina Repubblica, Zsss e Ks’ 90. Una richiesta che la presidenza del Csir, con Roberto Treu e Peter Majcen, ha affidato anche ai sindaci di Capodistria e di Trieste, Aleš Bržan e Roberto Dipiazza, invitati stamane (ma Dipiazza non è intervenuto, nonostante avesse annunciato la sua presenza) al valico di Rabuiese per il tradizionale scambio di saluti tra le organizzazioni sindacali in vista del Primo Maggio.

«Da queste terre, teatro per molti anni di esperienze dolorose conseguenti alla seconda guerra mondiale, lanciamo un appello – si legge nel documento presentato oggi a Rabuiese – affinché si rafforzi ancora il percorso di cooperazione, collaborazione e integrazione economica e sociale costruita faticosamente, giorno per giorno. I rapporti di collaborazione tra i comuni di frontiera, che hanno già colto l’importante risultato dell’assegnazione a Gorizia e Nova Gorica del titolo di capitale europea della cultura 2025, vanno perseguiti anche nell’area giuliana, sulla base dei consolidati rapporti, dando un nuovo impulso allo sviluppo economico, sociale e ambientale».

Non casuale il riferimento all’ambiente e allo sviluppo sostenibile. Csir e sindacati transfrontalieri, infatti, «pur tenendo conto della necessità di una diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico, ritengono non compatibili con le condizioni logistiche, portuali e ambientali un eventuale insediamento di impianti di rigassificazione nel golfo di Capodistria e di Trieste». Ma in cima alla lista delle priorità del Csir resta il tema del lavoro transfrontaliero.

«Il Csir Fvg-Slo – si legge ancora nel documento – ribadisce la necessità di superare gli ostacoli e le disparità alla libera circolazione dei lavoratori e della garanzia della parità di diritti per i transfrontalieri». Tra le criticità su questo versante anche quelle legate all’introduzione dell’assegno unico e universale. Una misura, questa, che «richiedendo la residenza in Italia come condizione per l’erogazione, comporta una forte penalizzazione per i frontalieri, che hanno perso gli assegni familiari e sono esclusi dai benefici economici e fiscali della nuova normativa».

Da qui la richiesta di «integrare gli accordi bilaterali in materia fiscale tra l’Italia e, rispettivamente, la Slovenia e la Croazia, al pari di quanto già fatto con la Svizzera, per riconoscere la specificità del lavoro frontaliero e risolverne tutti gli aspetti controversi, anche nell’ottica anche di favorire il lavoro regolare», e di intervenire sui «gravissimi e ormai insostenibili ritardi e silenzi dell’Inps nella gestione delle pratiche pensionistiche che riguardano chi ha maturato diritti previdenziali in Italia e risiede nei paesi limitrofi, situazione ormai intollerabile e che va risolta quanto prima».

 

Giovedì 28 aprile 2022 alle ore 11, presso il confine Rabuiese-Skofije, si svolgerà il tradizionale incontro dei sindacati transfrontalieri, promosso dal Consiglio Sindacale Interregionale (CSi Fvg-Slo) Friuli Venezia Giulia/Slovenia Cgil Csil Uil Zsss KS90, in occasione del Primo Maggio dei lavoratori.

Dopo il tradizionale saluto, verrà presentato un documento dei sindacati transfrontalieri sui temi di stretta attualità che riguardano le due aree e sulla necessità di una maggior regolamentazione del lavoro frontaliero.

Partecipano all’iniziativa i sindaci di Trieste e Capodistria, Roberto Dipiazza e Aleš Bržan, nel quadro della storica collaborazione fra i due comuni, e i segretari generali regionali di Cgil, Cisl e Uil, Villiam Pezzetta, Alberto Monticco e Matteo Zorn.

CSI Fvg/Slo, Roberto Treu, Peter Majcen